Sea Watch 3 bloccata al porto di Catania
La Sea Watch 3 resta bloccata nel porto di Catania, ormeggiata al molo di Levante dove è arrivata giovedì per lo sbarco dei 47 migranti salvati 13 giorni prima al largo delle coste libiche. Sulla nave sono saliti gli uomini della Squadra mobile della polizia, della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto di Catania, il capitano e l’equipaggio sono stati sentiti sul percorso della navigazione. La Procura guidata da Carmelo Zuccaro al momento ha aperto solo un’indagine conoscitiva, senza ipotesi di reato, men che meno il favoreggiamento dell’immigrazione irregolare.
LA NAVE NON È stata sequestrata. Agli agenti marittimi della Ong tedesca è stata notificata dalla Guardia costiera un “accertamento di sicurezza” che contiene 32 contestazioni definite “deficienze rilevanti e non temporaneamente tollerabili”. “Nell’elenco c’è la stiva in disordine, la presenza di tre bidoni di benzina in coperta, riferimenti al rischio incendio e al rischio inquinamento”, spiega Giorgia Linardi di Sea Watch. Il comando dell’imbarcazione è tenuto, “prima della partenza” da Catania, alla “rettifica delle deficienze”, che almeno in parte “deve essere sottoposta alla valutazione dell’autorità di bandiera”, cioè quella olandese che sarebbe stata informata. Non c’è dubbio che passeranno diversi giorni prima che la Sea Watch possa riprendere il mare.
Il “fermo amministrativo della Sea Watch 3 per violazioni delle norme in per violazioni delle norme in materia di sicurezza della navigazione e di tutela dell’ambiente marino” è stato annunciato dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli prima che il provvedimento fosse notificato. “È arrivato alle 18.10”, spiega Linardi. “Stiamo parlando di un’imbarcazione registrata come pleasure yacht – sostiene Toninelli – che non è in regola per compiere azioni di recupero dei migranti in mare. Se tu, milionario compri uno yacht, vai in navigazione per piacere, non per sostituirti alla Guardia costiera libica o di altri Paesi”. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che aveva invocato il sequestro della nave, ha ripetuto che la Sea Watch non è “adeguata per il soccorso”.
“NEL PROVVEDIMENTO non si parla di pleasure yacht – replica Linardi – né di fermo am- ministrativo”. Secondo la Ong, l’imbarcazione non è ancora registrata come “nave commerciale”, ma questo “non influisce sulla qualifica della barca come nave di salvataggio” e d’altro canto negli anni è stata sottoposta a ispezioni a Malta, in Spagna e nel Regno Unito senza che nessuno la fermasse. “Le autorità, sotto chiara pressione politica, sono alla ricerca di ogni pretesto tecnico per fermare l’attività di soccorso in mare”, osserva Sea Watch.
I 32 migranti adulti hanno trascorso la loro seconda notte nell’hotspot di Messina, ex Caserma Gasparro, in attesa di sapere quali Paesi europei li accoglieranno. I 15 minori sono in una struttura protetta a Catania.
** Articolo firmato insieme al collega Alessandro Mantovani **
** Articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano, pagina 7, sabato 2 febbraio 2019 **
** Credits photo: © Saul Caia.it **
Saul Caia
Tra i riconoscimenti più importanti ho ricevuto il DIG Awards 2017, il premio 'Roberto Morrione' 2012, il premio giornalista emergente in Sicilia 'Giuseppe Francese' 2016.
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