Sea Watch3 a Catania. “Finalmente terraferma”

Pensavano che fosse come in Libia o nei loro paesi d’origine. E così, d’istinto, alcuni dei 15 ragazzi – appena sbarcati a Catania dopo 12 giorni a bordo della Sea Watch – si sono gettati a terra, convinti di esser finiti sotto bombardamenti. Erano invece i fuochi d’artificio, in vista della Festa di Sant’Agata, santa patrona della città. Poi i mediatori culturali gli hanno spiegato che non c’era nessuna guerra in corso. E così sono arrivati i sorrisi, gli abbracci e i canti. Sono i primi istanti su terra ferma dei 47 migranti, sbarcati nella tarda mattinata di ieri nel porto di Catania. Scendendo la scaletta sono stati accompagnati dagli applausi scroscianti degli operatori della ong. Il porto era completamente militarizzato, con le lance delle Fiamme gialle e della Guardia costiera a pattugliare il mare, mentre polizia e carabinieri controllavano la banchina. 

I MIGRANTI hanno dovuto attendere dodici giorni prima di poter toccare terra. Negli ultimi sei hanno aspettato di sapere il loro destino, mentre lo scafo si trovava nella fonda a poco più di un miglio dalla costa di Siracusa. Per tutto questo tempo, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha negato lo sbarco, rifiutando la richiesta della Procura dei minori di Catania e dei garanti per la tutela dell’infanzia di far scendere i più giovani. Alla fine, la partita l’ha vinta proprio il vicepremier, grazie alla soluzione trovata nel corso del vertice europeo di martedì a Cipro, dove il premier Giuseppe Conte ha raggiunto l’accordo con cinque Paesi per la ridistribuzione dei migranti. Germania, Francia, Portogallo, Romania e Malta sono stati i primi ad accettare di accogliere gli “ospiti” della Sea Watch, alla quale si è poi aggiunto il Lussemburgo.

Le ultime 48 ore dei migranti sulla nave sono state lunghe e concitate. Nella giornata di mercoledì, il ministro Salvini ha atteso la “certezza” che i Paesi europei avrebbero accolto i migranti, prima di dare il via libera. Nel pomeriggio Palazzo Chigi comunicava che lo sbarco si sarebbe svolto a Catania, ma a tarda sera la nave era ancora ferma a Siracusa. La partenza è stata quindi rinviata al giorno successivo, per un “problema al motore”. La Sea Watch, nave della ong tedesca battente bandiera olandese, ha inviato la navigazione intorno alle cinque del mattino di giovedì, attraccando nel porto etneo poco dopo le dieci. Mentre si avvicinava alla banchina, dall’altra sponda del molo, alcuni manifestanti hanno gridato lo slogan “Freedom, Hurria. Libertà”. “Siamo contenti che il calvario sia finito per i nostri ospiti – ha dichiarato la ong tedesca tramite Twitter –, Auguriamo loro il meglio. Speriamo che l’Europa possa accoglierli e permettergli di vivere come meritano”.

FATALITÀ ha voluto che a poche centinaia di metri era ormeggiata in banchina la nave della Guardia costiera Ubaldo Diciotti, che la scorsa estate aveva trasportato 119 migranti, ed era rimasta bloccata nel porto etneo per quasi una settimana, prima che il Viminale consentisse lo sbarco. Salvini ha spiegato che la decisione è ricaduta di nuovo su Catania per la “presenza di centri ministeriali per l’accoglienza di minori”. Questi ultimi, di età compresa tra i 14 e i 17 anni, sono stati affidati ai servizi sociali del comune etneo, dopo che in un primo momento il Tribunale dei minori li aveva assegnati a Siracusa. Gli adulti invece sono stati trasferiti nell’hotspot di Messina per essere identificati e poi ridistribuiti ai Paesi che hanno trovato l’accordo con l’Italia. Le procedure dello sbarco sono durate circa tre ore, al termine del quale è salita la Guardia di finanza. L’equipaggio della Sea Watch è rimasto a bordo per tutto il tempo, fino al primo pomeriggio.

** Articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano, pagina 2 e 3, venerdì 1 febbraio 2019 **

** Credits photo: © Saul Caia.it **

Saul Caia

Saul Caia

Giornalista freelance. Dopo alcune esperienze all'estero, tra cui Spagna, Canada e Stati Uniti, sono rientrato in Sicilia. Oggi collaboro con Il Fatto Quotidiano realizzando video e articoli di cronaca e approfondimento.
Tra i riconoscimenti più importanti ho ricevuto il DIG Awards 2017, il premio 'Roberto Morrione' 2012, il premio giornalista emergente in Sicilia 'Giuseppe Francese' 2016.
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Giornalista freelance. Dopo alcune esperienze all'estero, tra cui Spagna, Canada e Stati Uniti, sono rientrato in Sicilia. Oggi collaboro con Il Fatto Quotidiano realizzando video e articoli di cronaca e approfondimento. Tra i riconoscimenti più importanti ho ricevuto il DIG Awards 2017, il premio 'Roberto Morrione' 2012, il premio giornalista emergente in Sicilia 'Giuseppe Francese' 2016.

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