Palermo, la moglie del trafficante Mered: “L’imputato non è lui”
“Questa persona non è mio marito”. La 25enne eritrea Lydia Tesfu, in videoconferenza dalla Svezia, ripete più volte al giudice Alfredo Montalto, che l’uomo presente in aula non è il suo sposo. Sarebbe l’ennesima conferma che tra i banchi degli imputati, al processo che si celebra alla seconda sezione della Corte d’Assise di Palermo, ci sarebbe la persona sbagliata. Secondo l’avvocato difensore Michele Calantropo si tratterebbe di Medhane Tesfamariam Behre, 31 enne eritreo, arrestato per errore in Sudan nel 2016 e detenuto da due anni in Italia con l’accusa di essere un trafficante di migranti. La Procura di Palermo sostiene che si tratti del vero smuggler Medhanie Yehdego Mered, detto “il Generale”. “Non ho nessuna relazione con le persone presenti in aula – aggiunge la Tesfu – nell’elenco degli imputati c’è il nome di mio marito, ma non è presente in aula”. Alla donna viene mostrata anche lo scatto di un altro uomo: “Quello nella foto è Medhanie Yehedego Mered, mio marito e anche il padre di mio figlio”.
** Articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano, pagina 10, martedì 11 dicembre 2018 **
** Credits Photo: foto Ansa **
Saul Caia
Tra i riconoscimenti più importanti ho ricevuto il DIG Awards 2017, il premio 'Roberto Morrione' 2012, il premio giornalista emergente in Sicilia 'Giuseppe Francese' 2016.
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