Agrigento, ecco i furbetti dell’ospedale
L’ambulanza parcheggiata mentre l’ausiliare è a comprare frutta e verdura. Il personale sanitario a fare la spesa o dal parrucchiere durante le ore di lavoro.
Sono solo alcuni casi che emergono nell’operazione “Ghost rider” della Guardia di finanza di Sciacca che ha denunciato 34 persone per assenteismo tra medici, infermieri e ausiliari della struttura ospedaliera del “Fratelli Parlapiano” di Ribera, dell’Asp di Agrigento. Sette hanno l’obbligo di dimora. Gli indagati sono accusati dalla Procura della Repubblica di Sciacca di truffa ai danni dell’ente pubblico e in alcuni casi di peculato, interruzione di pubblico servizio e false certificazioni. Tra i coinvolti ci sono anche quattro consiglieri comunali eletti nei territori limitrofi.
Da Nord a Sud le immagini sono sempre le stesse, come già accaduto al Comune di Sanremo, o nei nosocomi di Napoli e Gorizia, le Fiamme gialle saccensi hanno registrato la timbratura “cumulativa” dei cartellini effettuata dal personale ospedaliero. Tanti erano pronti a coprire i colleghi che in questo modo si allontanava- no indisturbati per dedicarsi a impegni privati, o in altri casi per restare a casa.
FALSE attestazioni sono state riscontrate anche nella certificazione delle visite fiscali. Alcuni medici impiegati nel controllo sanitario a domicilio, si sarebbero limitati a compilare i referti senza aver effettuato realmente la visita e talvolta senza aver avuto alcun contatto con il paziente, ma maturando lo stesso il diritto alle indennità previste per il servizio svolto. Persino gli addetti del 118, durante la reperibilità, si allontanavano a gruppi o singolarmente, in alcuni casi con le ambulanze, per svolgere faccende private, distogliendo dal servizio i mezzi d’emergenza.
“Quando arriva l’autorità giudiziaria, vuol dire che la pubblica amministrazione non ha fatto il suo do- vere – spiega al Fatto Baldassarre Gucciardi, assessore alla Sanità in Sicilia –. Manderò ai dirigenti generali una direttiva affinché tengano alta la guardia rispetto a questi fenomeni sgradevoli. Tolleranza zero – promette –, cercheremo di capire quali sono i punti deboli nelle procedure di controllo, che devono fun- zionare a prescindere dalle attività giudiziarie”.
NELL’AGRIGENTINO già nel 2015 la Digos aveva portato alla luce un centinaio di “furbetti”, tra Raffadali e Favara, indagati per false attestazioni della legge 104. Insegnanti e impiegati, con la compiacenza di medici, ottenevano certificati d’invalidità, in modo da poter salire in graduatoria per avere una cattedra, per chiedere il trasferimento e l’avvicinamento a casa. A distanza di tre anni, in virtù di successive indagini, le persone sotto inchiesta sono salite a più di trecento.
La commissione antimafia in Sicilia sta conducendo uno studio, che presto potrebbe dar luce alla relazione finale, sullo stato della sanità isolana. Sotto la lente d’ingrandimento sono finite le assunzioni clientelari, le nomine dei manager delle Asp, i dati sui “furbetti” della legge 104 e quelli sui casi d’inidoneità temporanea.
** Articolo pubblicato ne Il Fatto Quotidiano (pag. 14), mercoledì 12 luglio 2017 **
Saul Caia
Tra i riconoscimenti più importanti ho ricevuto il DIG Awards 2017, il premio 'Roberto Morrione' 2012, il premio giornalista emergente in Sicilia 'Giuseppe Francese' 2016.
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