Bersani a Siracusa: “No alla pulizia etnica”

L’ex segretario: “Ormai nel partito all’arroganza s’è aggiunta la sudditanza. Alla Leopolda urlano ‘fuori, fuori’, ma gli elettori fuori ci vanno già da soli”.

Sotto sotto, ma neppure troppo, sorride. Perché fiuta l’errore del nemico, l’auto-gol. “I leopoldini urlano ‘fuori fuori’ ma possono risparmiare il fiato, gli elettori ci vanno già fuori” scandisce in mattinata Pier Luigi Bersani da Palermo, e non riesce a trattenere un ghigno. A Leopolda ancora calda, il volto della minoranza dem è in Sicilia per partecipare a un dibattito sul referendum e a due iniziative per il No con le insegne del Pd, a Ragusa e Siracusa. È sceso in battaglia verso il 4 dicembre, nel Sud dove tutti i sondaggi danno i contrari alla riforma in vantaggio, e nel quale ora i bersaniani contano su un alleato che ha nome e voti, Michele Emiliano. Così può scagliare frasi contro il Renzi bellico di Firenze. Perché la rossa Monfalcone è caduta, proprio mentre il premier tutto moniti e camicia bianca dominava sui tg. E perché su agenzie e siti una bella porzione di Pd lealista già si affanna a precisare, a giurare che alla Leopolda a urlare “fuori” erano quattro gatti, e che nessuno vuole cacciare i dissidenti, per carità.

bersani-siracusa-titoloÈ IL SEGNO che la voglia di sangue della platea fiorentina, con Renzi zitto a guardare, ha preoccupato tanti. Mentre la bozza sul nuovo Italicum è stata coperta dalle urla, e ignorata dal premier. Fieno in cascina per l’ex segretario dem, che con i suoi ha letto quelle scene come la conferma che Renzi “cerca solo i voti della destra”, e allora deve radicalizzare lo scontro con i rossi. Ma “ha sbagliato, e nel Pd l’hanno compreso quasi tutti: se avesse fatto il segretario conciliante ci avrebbe creato più difficoltà”ragionano nella minoranza. Lui, Bersani, prima del dibattito sulla riforma nell’università di Palermo pare di buon umore. Si concede ai selfie con gli studenti, e semina riflessioni in bersanese puro: “Mi preoccupa l’incrocio tra il referendum e l’Italicum, con un governo del capo e parte del Parlamento nominato. Non sto parlando di noccioline”. Ormai la scelta sulla riforma è fatta: “Io per stare sereno voto No perché così salta l’Italicum”. E porta chiusa a ogni ipotesi di scissione: “Il partito è casa mia, non lo lascerò ma i”. Piuttosto, “buona parte dei nostri a Monfalcone non è andata a votare: io a loro dico ‘dentro dentro’, ma se il segretario dice ‘fuori fuori’ bisognerà rassegnarsi.

Certo, uno del Pd che dice queste cose  non lo avevo mai visto…”. Ed è un altro pezzo di linea: insisterebersani-siracusa-box sul fatto che i renziani sono i veri alieni. Non per niente Bersani infierisce sugli altri dem: “Più di quei cori da operetta mi ha dato fastidio chi è rimasto zitto, all’arroganza si è aggiunta la sudditanza”. In sala intanto è dibattito. E uno studente di Giurisprudenza va all’as salt o: “Onorevole, lei come dorme la notte?”. Da Roma invece il vicesegretario dem Lorenzo Guerini, solitamente calibratissimo, lo accusa di “posizioni strumentali” e per la “lealtà venuta meno”. Il senatore bersaniano Miguel Gotor sorride: “Nei panni del poliziotto cattivo Guerini è poco credibile”. E rilancia: “Il resto del Pd ha capito che Renzi li sta trascinando in un bunker, loro malgrado”. Ma dopo la Leopolda sarà scontro senza guantoni? “No, faremo una tranquilla,  serena e determinata campagna per il No. È il premier che conosce un solo schema: indicare il nemico interno e cercare i voti della destra. Ma non funziona, e il disastro delle Comunali lo dimostra”. Però l’aria è ormai da congresso, di quelli dove le due parti cercano di azzerarsi. “Di certo noi non pensiamo minimamente ad andarcene, io ho anche rimesso la bandiera del Pd sul mio profilo Facebook” racconta un altro bersaniano doc come il senatore Federico Fornaro, l’uomo del Mattarellum 2.0, la controproposta sulla legge elettorale. “Noi l’abbiamo presentata a luglio, e non è successo nulla. Invece è arrivato un foglietto sull’Italicum che dice tutto e il suo contrario. Ora mi immagino Gianni Cuperlo, che l’ha firmato: lo stimo, ma dal palco Renzi quel testo non l’ha neanche citato”.

bersani-paginaUN ALTRO PUNTO per la minoranza, ma una mazzata per Cuperlo, che in serata geme: “La mia fatica si colloca all’opposto di chi urla ‘fuori fuori’. Il segretario avrebbe dovuto spiegare perché una simile intolleranza può distruggere una comunità e non lo ha fatto: se sarà rottura la colpa sarà innanzitutto sua”. Bersani invece spiega e rispiega dai microfoni. Nel dibattito a Palermo parla anche di istruzione: “Qui a un certo punto è venuto fuori il trip di semplificare tutto, anche su presidi e insegnanti…”. Nel pomeriggio è a Ragusa, governata dal M5s, in un incontro organizzato da Sinistra riformista, la sua area. Poi è a Siracusa, che ha un sindaco renziano e un Pd dilaniato. Tanto che all’ultimo minuto il segretario provinciale marca visita, ufficialmente per un impegno all’università. Bersani parla di “pulizia etnica nel Pd con questa riforma”, poi sferra il gancio: “Il Cda di una grande banca piena di guai (il Monte dei Paschi di Siena, ndr) ha affermato l’importanza del referendum per gli investitori: io dico invece che quella stessa banca non trova i 5 miliardi cui ha bisogno”. Sillabe di guerra, totale.

** Articolo pubblicato sull’edizione cartacea de Il Fatto Quotidiano, martedì 8 novembre 2016 **

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Saul Caia

Saul Caia

Giornalista freelance. Dopo alcune esperienze all'estero, tra cui Spagna, Canada e Stati Uniti, sono rientrato in Sicilia. Oggi collaboro con Il Fatto Quotidiano realizzando video e articoli di cronaca e approfondimento.
Tra i riconoscimenti più importanti ho ricevuto il DIG Awards 2017, il premio 'Roberto Morrione' 2012, il premio giornalista emergente in Sicilia 'Giuseppe Francese' 2016.
Saul Caia

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Giornalista freelance. Dopo alcune esperienze all'estero, tra cui Spagna, Canada e Stati Uniti, sono rientrato in Sicilia. Oggi collaboro con Il Fatto Quotidiano realizzando video e articoli di cronaca e approfondimento. Tra i riconoscimenti più importanti ho ricevuto il DIG Awards 2017, il premio 'Roberto Morrione' 2012, il premio giornalista emergente in Sicilia 'Giuseppe Francese' 2016.

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