Niscemi, sequestrato il Muos

Il MUOS (Mobile User Objective System) è un sistema satellitare di telecomunicazioni della Marina americana destinato a gestire i missili teleguidati “cruise” e i droni. Al mondo, oltre a quello in fase di realizzazione a Niscemi, sono presenti altre tre stazioni a terra dislocate rispettivamente nel deserto australiano, nel sud-est della Virginia e nelle isola Hawaii.

Continua a leggere sul Fatto Quotidiano

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=Zl9TohpHtd8&feature=plcp]

Saul Caia

Saul Caia

Giornalista freelance. Dopo alcune esperienze all'estero, tra cui Spagna, Canada e Stati Uniti, sono rientrato in Sicilia. Oggi collaboro con Il Fatto Quotidiano realizzando video e articoli di cronaca e approfondimento.
Tra i riconoscimenti più importanti ho ricevuto il DIG Awards 2017, il premio 'Roberto Morrione' 2012, il premio giornalista emergente in Sicilia 'Giuseppe Francese' 2016.
Saul Caia

Saul Caia

Giornalista freelance. Dopo alcune esperienze all'estero, tra cui Spagna, Canada e Stati Uniti, sono rientrato in Sicilia. Oggi collaboro con Il Fatto Quotidiano realizzando video e articoli di cronaca e approfondimento. Tra i riconoscimenti più importanti ho ricevuto il DIG Awards 2017, il premio 'Roberto Morrione' 2012, il premio giornalista emergente in Sicilia 'Giuseppe Francese' 2016.

One thought on “Niscemi, sequestrato il Muos

  • 4 novembre 2012 at 6:19
    Permalink

    “L’entità delle trasformazioni in atto denotano una gravissima manomissione dell’ambiente con l’aggravante di esplicarsi a danno di un’area protetta di interesse internazionale”, commenta amaramente Salvatore Zafarana, responsabile del Centro di educazione e formazione ambientale (C.E.A.) di Niscemi. “Nei suoli interessati dalla mega-struttura è stato stroncato un processo di successione ecologica positivo che aveva portato alla colonizzazione dei suoli sabbiosi e steppici con specie cespugliose di gariga mediterranea. La superficie destinata ad accogliere il MUOS, unita a quella occupata dalle 41 antenne erette dalla Marina Usa a partire dagli anni ‘90, hanno vanificato ogni possibilità di collegamento delle aree boscate più meridionali di contrada Pisciotto con quelle più a nord di Apa, Ulmo e Vituso e con il residuo bosco di Carrubba ad est. Ad essere definitivamente compromessi sono i lotti boscati di Mortelluzzo e Valle Porco, di limitate estensioni ma di indiscusso pregio naturalistico e paesaggistico”.

    Reply

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *